Vasco Rossi e il ‘faccia a faccia’ con Enzo Biagi: “Ecco perché siamo qui”

Lizzano in Belvedere (Bologna), 2 agosto 2025 – Ogni estate, puntuale, come un rituale, Vasco Rossi torna tra i suoi Appennini. Lo fa lontano dai palchi, dalle luci e dalla folla, scegliendo prima casa sua a Zocca e poi i sentieri freschi del Corno alle Scale, i borghi in pietra, l’aria buona. Una delle sue mete preferite, da anni, è Pianaccio, piccolo paese nel cuore del bolognese, una frazione di Lizzano in Belvedere. Qui, durante la sua gita di questi ultimi giorni, il rocker di Zocca ha voluto visitare un luogo dal valore speciale: il Centro di documentazione Enzo Biagi.

Proprio a Pianaccio, infatti, nacque Enzo Biagi, nel 1920, prima di diventare uno dei più grandi giornalisti italiani del Novecento. Editorialista, inviato, scrittore, conduttore televisivo: la sua carriera ha attraversato quasi un secolo di storia italiana. Il centro, allestito nella ex scuola elementare del paese, è oggi un archivio prezioso della sua memoria, che conserva fotografie, manoscritti, libri, interviste, filmati e documenti originali. È un luogo di cultura e riflessione, dove si può conoscere da vicino l’uomo e il professionista che ha raccontato l’Italia con lucidità, rigore e passione civile.
Vasco, che da sempre ama l’Appennino e il suo spirito autentico, ha visitato gli spazi del centro in modo riservato, accompagnato da un ristretto gruppo di amici. Ha sfogliato materiali, si è soffermato sui pannelli, ha chiesto informazioni. Un momento silenzioso e raccolto, in un luogo che parla di un altro tipo di rock: quello delle idee, della parola, dell’impegno.
Poi si è seduto sulla panchina dove c’è la statua di Enzo Biagi e ha improvvisato un “dialogo immaginario” con l’intellettuale scomparso il 6 novembre 2007. “Non è un caso che sia qui a Pianaccio. Enzo tu lo sai perché siamo venuti qui? Perché qui sei nato il 9 agosto 1920”. Biagi è stato “un tagliente, acuto, onesto giornalista, scrittore, presentatore tv”. Così come Vasco “anche tu caro Biagi teorizzavi un mondo migliore, che la verità è importante e la cercavi. La cosa importante è che adesso c’è chi dice no, come dicevi tu no, quindi oggi è la giornata del ‘C’è chi dice no’)”.
È stata insomma una tappa sentita e significativa, in una giornata che poi ha preso i toni più allegri della convivialità. Dopo Pianaccio, infatti, la "combriccola del Blasco" ha raggiunto Monteacuto delle Alpi, altro incantevole borgo in quota. Qui, ad accoglierli, c’era Larry, titolare vulcanico della trattoria Il Bagigio, che ha confermato la visita con un sorriso: “Sì, è venuto Vasco, ma non è la prima volta. Ogni tanto capita qui da noi. Gli piace la pasta fatta in casa, e così gli abbiamo servito tortelloni, ravioli e tagliatelle. È una persona semplice, cordiale. Ha fatto foto con tutti quelli che lo fermavano”.
Vasco, infatti, non si è sottratto all’abbraccio dei fan, che anche in un paesino di montagna sanno riconoscerlo e accoglierlo con entusiasmo. Dai residenti ai turisti, dai bambini ai pensionati, molti hanno colto l’occasione per un selfie o una stretta di mano. La platea del Blasco, del resto, va oltre le generazioni, e nei borghi dell’Appennino, anche i giovanissimi sembrano conoscere a memoria le sue canzoni. Lo scorso 10 luglio Vasco era già stato avvistato al lago Scaffaiolo, per una passeggiata in alta quota, e altre escursioni non sono escluse nei prossimi giorni. La montagna, per lui, è rifugio e ispirazione. E l’Appennino bolognese, con i suoi silenzi e la sua accoglienza sincera, sembra restituirgli ogni volta qualcosa in più.
İl Resto Del Carlino